Sommario
Come guarire dalla setticemia?
La principale cura per combattere la sepsi di qualunque grado è la terapia antibiotica. In genere, gli antibiotici sono somministrati direttamente in vena tramite una flebo.
Cosa succede quando si va in setticemia?
Quando la risposta del sistema immunitario per eliminare l’infezione si espande, provocando la comparsa di una risposta infiammatoria diffusa all’intero organismo, si parla di sepsi. Questa patologia può portare alla formazione di coaguli di sangue, che possono dare origine a veri e propri trombi.
Come avviene la morte per setticemia?
La sepsi è una sindrome clinica di disfunzioni organiche potenzialmente letale causata da una risposta disregolata all’infezione. Nello shock settico si verifica una riduzione critica della perfusione dei tessuti che può condurre a uno stato di insufficienza multiorgano che coinvolge polmoni, reni e fegato.
Quali sono i sintomi della setticemia?
La setticemia è tipica di pazienti che versano in condizioni critiche come possono essere soggetti anziani o con gravi compromissioni del sistema immunitario. Si classificano vari stadi della malattia in base alla severità e precisamente: 1) Sepsi. 2) Sepsi severa.
Quando la setticemia diventa grave?
La setticemia diventa grave quando il paziente presenta almeno uno dei seguenti sintomi: macchie rossastre sulla pelle. Dalla setticemia grave si passa allo shock settico quando il paziente soffre dei sintomi tipici della sepsi severa con l’aggiunta della pressione sanguigna piuttosto bassa.
Qual è l’origine della setticemia?
La setticemia può avere un esordio decisamente insidioso, in quanto origina con un’infezione localizzata, per esempio a livello di polmoni e tratto respiratorio, dell’apparato gastrointestinale o di quello urinario, oppure a causa di ferite o di qualche lesione della pelle.
Quali sono i soggetti più esposti a setticemia?
La setticemia può essere causata anche da una carie. I soggetti più esposti al rischio di setticemia sono i bambini molto piccoli e gli anziani, i soggetti con sistema immunitario compromesso, i malati in terapia intensiva e quelli cui sono stati impiantati dispositivi invasivi, come il catetere o il tubo endotracheale.