Sommario
Chi stabilisce il risarcimento?
Questo tipo di risarcimento danni può essere richiesto solo quando, a seguito di un danno ingiusto subito, è materialmente possibile riportare il il bene che è stato danneggiato alla condizione in cui si trovava prima del danno. È compito del giudice stabilire se il risarcimento in forma specifica sia possibile.
Cosa è il danno differenziale?
Con il termine danno differenziale si identifica il danno risarcibile al lavoratore, ottenuto dalla differenza tra quanto versato dall’Inail a titolo di indennizzo per infortunio sul lavoro o malattia professionale, e quanto è possibile richiedere al datore di lavoro a titolo appunto, di risarcimento del danno in sede …
Come si definisce il danno?
Il danno: definizione e misurazione Infine, il danno rappresenta una perdita o una lesione fisica o danno alla salute come viene citato nella norma UNI- EN -ISO 12100-1 [nota 1].
Come calcolare il danno di immagine?
La giurisprudenza più recente utilizza i criteri che si trovano ora enunciati nell’art. 128 della legge sul diritto di autore. Sulla base di questi principi, il risarcimento del danno patrimoniale deve essere commisurato alla somma che il soggetto leso avrebbe potuto ottenere dalla vendita delle sue immagini.
Chi risarcisce il danno differenziale?
Se un lavoratore infortunato si rivolge al datore di lavoro per ottenere il risarcimento del “danno differenziale”, il datore di lavoro deve denunciare il sinistro alla propria Compagnia di assicurazione (si tratta della polizza con la garanzia responsabilità civile verso i prestatori di lavoro).
Come si calcola il danno differenziale?
INAIL e il danno base. In altre parole, il danno differenziale si calcola seguendo la formula: Danno Differenziale = Aggravamento – (Indennizzo INAIL – Danno Base) I calcoli di cui sopra vanno effettuati sugli importi monetari e non sulle percentuali di invalidità.
Come si calcola il danno alla capacità lavorativa specifica?
La formula per il calcolo della perdita di capacità lavorativa è la seguente: R (reddito) x C (coefficiente di capitalizzazione) x P (perdita capacità lavorativa specifica in percentuale) – S (scarto tra la vita fisica e quella lavorativa, pari al 10%).