Sommario
- 1 Quando finisce il blocco dei licenziamenti?
- 2 Come si svolge il processo di licenziamento?
- 3 Come si applica il divieto di licenziamento ai datori di lavoro?
- 4 Chi riguarda il blocco licenziamenti?
- 5 Chi può essere licenziato dal 1 luglio?
- 6 Cosa succede con lo sblocco dei licenziamenti?
- 7 Chi paga il licenziamento?
Quando finisce il blocco dei licenziamenti?
31 dicembre 2021
Il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, sia individuale che collettivo, salvo eventuali proroghe, terminerà il 31 dicembre 2021.
Chi può licenziare dopo il 31 ottobre 2021?
La proroga del divieto di licenziamento alla data del 31 ottobre 2021 si applica ai datori di lavoro privati che possono accedere ai trattamenti di assegno ordinario e di integrazione salariale in deroga al trattamento di cassa integrazione salariale operai agricoli (CISOA) di cui all’articolo 8, comma 8 del decreto …
Come si svolge il processo di licenziamento?
Questa fase del processo di contestazione prende il nome di impugnazione giudiziale del licenziamento: può essere eseguita unicamente da un avvocato; se non viene rispettato il termine di 180 giorni, la conseguenza è la prescrizione, ovvero l’estinzione del diritto da parte del lavoratore per mancato esercizio.
Quando cade il blocco totale dei licenziamenti?
Licenziamenti, cade il blocco totale: i casi in cui è possibile dal 18 agosto 2020. Il comma 3 dell’articolo 14 del decreto agosto deroga alla rigida e contestata disciplina del blocco generalizzato dei licenziamenti. Sarà possibile per il datore di lavoro recedere dal contratto nei seguenti 3 casi:
Come si applica il divieto di licenziamento ai datori di lavoro?
Il divieto di licenziamento continua ad applicarsi ai datori di lavoro che non abbiano fruito integralmente della cassa integrazione ovvero del nuovo bonus contributivo fino a 4 mesi riconosciuto ai datori di lavoro che rinunciano alla CIG. Lo stop al blocco generalizzato dei licenziamenti porta all’avvio di una “disciplina mobile”.
Quali sono i licenziamenti intimati in caso di fallimento?
licenziamenti intimati in caso di fallimento, quando non sia previsto l’esercizio provvisorio dell’impresa, ovvero ne sia disposta la cessazione. Nel caso in cui l’esercizio provvisorio sia disposto per uno specifico ramo dell’azienda, sono esclusi dal divieto i licenziamenti riguardanti i settori non compresi nello stesso.
Chi riguarda il blocco licenziamenti?
Secondo quanto previsto dal Decreto Sostegni, dunque, il 30 giugno è la data ultima a cui le aziende (di qualsiasi dimensione) devono attenersi per il blocco licenziamenti. Il divieto riguarda licenziamenti collettivi, individuali o plurimi per giustificato motivo oggettivo.
Quando riaprono i licenziamenti?
148/2015, che dal 1° luglio possono procedere ai licenziamenti sia individuali che collettivi, essendo venuto meno il blocco. Il Legislatore ha previsto, nell’art. 40 del D.L. n. 73/2021, una sorta di “paracadute” prevedendo una CIGO ordinaria, ma anche straordinaria, in quanto vengono citati gli artt.
Chi può essere licenziato dal 1 luglio?
Pertanto dal 1 luglio la maggioranza delle aziende manifatturiere e dell’edilizia potranno licenziare. b) Per aziende che hanno fino a 5 dipendenti e quelle del commercio, servizi e turismo, ovvero le aziende che usano la cig in deroga o il Fis i licenziamenti rimangono vietati fino al 30 ottobre.
Chi può licenziare a ottobre?
Cosa succede con lo sblocco dei licenziamenti?
In particolare, tali aziende non potranno licenziare per tutta la durata dell’integrazione salariale, né sbloccare i licenziamenti pendenti avviati dopo il 23 febbraio 2020 e non saranno tenute a pagare le addizionali per la cassa fino al 31 dicembre 2021. …
Cosa paga l’azienda per il licenziamento?
Il ticket di licenziamento 2021 è di importo pari a 547,514 euro, moltiplicato per il numero degli anni del rapporto di lavoro fino ad un massimo di 3 annualità. I criteri di calcolo del contributo sono definiti dall’articolo 2, comma 31, della citata Legge n. 92/2012.
Chi paga il licenziamento?
la tassa sul licenziamento è dovuta: il datore di lavoro è obbligato al versamento e il lavoratore percepisce la Naspi (salvo assenza dei requisiti, mancato invio della domanda nei termini, rioccupazione con perdita del diritto all’indennità);