Sommario
Cosa non fare dopo intervento otosclerosi?
Dopo l’intervento è importantissimo: non fare assolutamente sforzi fisici, non bagnare l’orecchio, non soffiare il naso con molta forza. Un errore nei primi mesi dopo l’operazione può costare la definitiva perdita dell’udito. Quindi è essenziale attenersi alle indicazioni del chirurgo.
Cosa fare dopo intervento otosclerosi?
L’unica importante raccomandazione dopo l’intervento consiste nell’evitare di far entrare acqua nel condotto uditivo. E’ consigliabile, inoltre, un adeguato periodo di riposo domiciliare. Altre precauzioni da seguire: soffiare il naso delicatamente, starnutire a bocca aperta e non guidare l’auto per 3-4 giorni.
Come si deve effettuare un intervento di otosclerosi?
Dopo alcuni anni dall’intervento (in alcuni casi dopo oltre 20 anni) spesso, si deve procedere ad un intervento di revisione. In Italia sono numerosi i Centri di eccellenza dove operarsi, grazie alla presenza di specialisti in otosclerosi.
Cosa può interessare l’otosclerosi stapediale?
L’otosclerosi può interessare l’ultimo “ingranaggio” di questa catena di trasmissione, la staffa, che risulta così avere una mobilità più limitata (otosclerosi stapediale), oppure l’orecchio interno (in questi casi si parla otosclerosi cocleare).
Quali sono i centri di Eccellenza in otosclerosi?
In Italia sono numerosi i Centri di eccellenza dove operarsi, grazie alla presenza di specialisti in otosclerosi. In caso di non intervento, sia per scelta del paziente sia nei casi di coclearizzazione, la riabilitazione comprende l’utilizzo di protesi impiantabili che sfruttano la via ossea o apparecchi acustici tradizionali.
Qual è l’otosclerosi bilaterale?
L’otosclerosi ha esordio prevalentemente monolaterale, si ha un’otosclerosi bilaterale nel 60-70% dei casi. Interessa prevalentemente le giovani donne con un rapporto 2:1 rispetto agli uomini. Una storia familiare di otosclerosi è comunemente riportata nel 50% dei soggetti interessati.