Sommario
Come si viveva nelle insulae?
Gli appartamenti delle insulae erano di vario tipo, ma quasi tutti erano angusti, bui e privi di servizi: la latrina e la fontana da cui attingere l’acqua, infatti, erano in comune a tutti i condomini. Il mobilio era scarno: qualche sedia, delle cassapanche, degli sgabelli pieghevoli e dei tavoli.
Cosa sono le ville patrizie?
Sviluppata in Italia in particolare a partire dall’età tardo-repubblicana, sorgeva come residenza padronale al centro di un complesso di edifici e di terreni destinati alla produzione agricola oppure come luogo per il riposo (otium) dalle attività e dagli affari (negotium) praticati in città.
Quali erano le caratteristiche principali della domus?
La domus invece era una costruzione solida e tranquilla, poderosa e signorile, di pianta rettangolare, solidamente costruita su un solo piano con mattoni o calcestruzzo (impasto di sabbia, ghiaia, acqua e cemento), costituita da mura quasi senza finestre verso l’esterno ma totalmente aperta verso l’interno.
Quali caratteristiche avevano e dove si trovavano le villae?
Le villae erano dotate di ogni comodità: le camere da letto (cubilia) per la famiglia e per gli ospiti, le sale da pranzo (triclinia) per l’estate, per l’inverno e per i grandi incontri, la biblioteca, la rete idrica e fognaria, il bagno (con tepidarium, calidarium, frigidarium, caratteristiche tipiche delle terme), il …
Qual è la struttura tipica della domus?
Stanze della domus Le domus più prestigiose erano più ampie ed erano composte di due parti principali: la prima gravitava attorno all’atrio, la seconda attorno al peristylium, un grande giardino porticato su cui si affacciano altre stanze, ornato solitamente da alberi da frutto, giochi d’acqua e piccole piscine.
Chi viveva nelle insulae romane?
Le insule erano destinate ai plebei, mentre i patrizi abitavano nelle domus. Nella forma più tipica si trattava di edifici quadrangolari, con cortile interno (cavedio), talvolta porticato, sul quale erano posti i corridoi di accesso alle varie unità abitative (diremmo oggi gli “appartamenti”).
Come entra la luce nelle domus?
La la luce che filtrava dalle finestre era molto relativa, e i giardini delle domus erano centrali alle case, per cui da essi filtrava molto poco. Nelle case e negli edifici pubblici la luce era fornita dalla luce che entrava dal soffitto aperto (compluvium) dell’atrio e illuminava di riflesso le stanze adiacenti.